A poco a poco le frontiere della mia “casa” si sono estese. Ho imparato a percorrere, a occhi chiusi e in luoghi temporanei, un territorio molto più vasto. Ho sperimentato diversi modi di esistere. Sempre con alcune amiche. Ripetendoci le parole di Virginia Woolf: “Come donna, non ho paese. Come donna il mio paese è il mondo intero”. A partire da diversi processi di soggettivazione intrecciati, poi fatti a pezzi e ricostruiti, ho disteso le frontiere del mio spazio che mi apparivano sempre più strette di quanto in realtà non fossero.
Lontano da casa narra il dolore di una donna costretta all'esilio. Pinar Selek si è attivata fin dall'infanzia a respingere le pareti degli spazi reali o immaginari, nei quali ha vissuto. Il suo racconto è un esplorazione tra la nostalgia per il passato e la curiosità per il futuro.
La storia di una donna forte che non si è arresa neanche per un istante.
Un racconto breve ma molto intenso, che racconta la sofferenza di una donna che, accusata ingiustamente, viene imprigionata, torturata e costretta all'esilio. Una donna audace con la continua voglia di avventurarsi sempre più lontano, ma con un certo sgomento di fronte all'ignoto. Il secondo libro che leggo edito Fandango, che parla di vita, passione, sentimenti, ideali ed emozioni.
Assolutamente consigliato.




