domenica 22 settembre 2019

Favola di New York di Victor Lavalle

«Bravo! Le fiabe non sono pensate per i bambini!», esclamò Cal puntando la marionetta verso Apollo. «In origine si trattava di storie che i contadini raccontavano attorno al fuoco la sera, dopo una giornata di duro lavoro. Erano adulti che si rivolgevano ad altri adulti. Le fiabe sono diventate per bambini soltanto nel Settecento, quando un nuovo ceto sociale molto particolare ha cominciato a diffondersi in Europa. Parlo della classe mercantile, composta da individui che, essendosi arricchiti, esigevano uno stile di vita migliore rispetto a quello delle classi inferiori. Le regole di comportamento dovevano cambiare, sia per gli adulti sia per i bambini, perciò anche le fiabe cambiarono. Dovevano avere una morale, qualcosa che spiegasse le nuove regole ai più piccoli. Fu quello il momento in cui le fiabe divennero una grande stronzata. Una fiaba stupida ha una morale semplicistica, una bella fiaba dice semplicemente la verità.»


Una favola bella, macabra, terrificante, cruda. Non una fiaba per bambini, ma una piena di incubi che diventano reali. 
Direi che questo libro mi ha stregata (per rimanere in tema).

Siamo nella magnifica New York dei nostri giorni. Il piccolo Apollo cresce con la giovane madre single di origini ugandesi. Il padre, che è sparito nel nulla, gli ha lasciato solo una scatola di libri, e compare solo ogni notte in un suo incubo ricorrente. Apollo cresce, diventa un commerciante di libri rari e  antichi. Finché non si innamora della bellissima bibliotecaria Emma, con la quale si sposa e avrà presto uno splendido bambino. Tutto sembra andare benissimo finché la loro dolce favola non si trasforma in un racconto dell'orrore. 
Victor Lavalle ha la capacità di tenere il lettore incollato alle pagine. Perché, anche quando tutto sembra andare per il verso giusto, c'è quell'alone di mistero, che vuole sfociare nell'oscuro, che ti spinge ad andare avanti, a non abbandonare neanche per un attimo la lettura. 
Vi consiglio di entrare nel mondo stregato che Lavalle ha creato attorno all'apparente normalità della Grande Mela. 





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