venerdì 16 ottobre 2020

La nube purpurea di M.P Shiel

 È dunque questa la fine? Noi non possiamo né vogliamo crederlo. Il cielo limpido che vediamo oggi sopra le nostre teste sarà davvero invaso entro nove giorni o meno da questo fumo scaturito dal Pozzo delle Tenebre? A dispetto delle dichiarazioni degli scienziati, noi ancora dubitiamo. Perché, se così fosse, a quale scopo mettere in scena il lungo dramma della Storia, nel quale sembra quasi di intravedere la Mano del Drammaturgo? Di sicuro, la fine di un Quinto Atto avrebbe una sua logica, per soddisfare ogni senso di completezza; ma la Storia, per quanto lunga sia stata fin qui, somiglia più a un Prologo che a un Quinto Atto, Possibile che il Direttore, completamente insoddisfatto, voglia spazzare via ogni cosa e appendere lo spettacolo al chiodo una volta per tutte? Certo, i peccati dell'umanità sono stati abominevoli quanto la nube venuta a cancellarli, e se questa Terra incantevole che abbiamo trasformato in un inferno ci restituisse il fumo dell'Inferno stesso, non ci sarebbe di che meravigliarsi. Ma ancora non vogliamo crederci



 

Trama:  Un vapore mortale – dall'inquietante luce purpurea e dall'inebriante profumo di fiori di pesco – spazza il mondo e annienta tutte le creature viventi. Rimane un unico uomo, Adam Jeffson, medico, reduce da una missione esplorativa nell'Artico. Come un Robinson Crusoe apocalittico, Adam inizia la sua epopea per la sopravvivenza. Ma, a differenza di Robinson, non è relegato su un'isola: a sua disposizione ha l'intero pianeta, un mondo silenzioso e devastato. E se l'eroe di Defoe faceva ricorso a tutte le più sottili doti del raziocinio e dell'intelligenza, Adam sprofonda invece nella follia, passando per i deliri e le allucinazioni della solitudine più profonda. Tuttavia una lucidità visionaria si fa lentamente strada nella sua mente, ed egli diventa infine consapevole che la sua sopravvivenza non è casuale e che il suo destino – e quello della razza umana – fa parte di un piano più vasto. Pubblicato agli albori del Ventesimo secolo, «La nube purpurea» è universalmente riconosciuto come uno dei grandi capolavori della fantascienza e come uno dei migliori "last man novel" mai scritti: un grandioso racconto emblematico dei più sinistri incubi novecenteschi, ma anche un'epica vicenda di rovina e rinascita, fine e principio.



Uno dei primi romanzi fantascientifici, uno dei primi romanzi sulla fine del mondo. Nonostante ciò io l'ho trovato estremamente attuale e geniale. A volte non riuscivo a pensare che questo libro fosse stato scritto nel 1901. L'autore ti porta a riflettere, ti porta a farti delle domande, sull'umanità sopratutto e di come essa stia distruggendo pezzo dopo pezzo il pianeta e si stia distruggendo essa stessa. Non è un romanzo semplice da leggere, io stessa, nonostante mi sia piaciuto tantissimo, non riuscivo a leggere più una cinquantina di pagine al giorno. Prima di tutto perché tutto un unico blocco, solo con qualche intervallo bianco che divide i paragrafi: niente capitoli. Solitamente non amo leggere i libri con questa struttura, ma questa volta ci  sono riuscita tranquillamente. Poi perché, tranne  all'inizio, tutto il resto del romanzo è concentrato sui pensieri e le azioni del protagonista che rimane l'unico essere umano sulla faccia della terra. Quest'uomo si comincia a rendere conto di quanto l'umanità abbia fatto del male e si chiede se forse non si sia meritata questa nube tossica che ha tolto la vita ad ogni cosa sul suo cammino. Tutto questo, scritto prima di delle due grandi guerre mondiali e prima della nostra epoca, con tutto ciò che l'umanità ha fatto e sta facendo in questi anni, lo trovo molto avanti con i tempi. Ti spinge a chiederti cosa faresti se ti ritroveresti ad essere l'unico uomo o donna sulla faccia della terra, e io personalmente trovo difficile rispondere. Penso che è vero che dobbiamo bastare a noi stessi, ma che la felicità la si trovi nella condivisione con gli altri. Ma ti spinge in ultimo a farti una domanda ancora più articolata: se aveste la possibilità di dare un'altra occasione a questa umanità, gliela dareste, o la condannereste alla completa estinzione? 

A questa domanda non so proprio dare risposta, ma credo che l'istinto in certi casi abbia la meglio su tutto il resto. 


Ringrazio la Oscar Vault per avermi fatto scoprire questa perla. 


lunedì 5 ottobre 2020

Nevernight. Mai dimenticare di Jay Kristoff

 Mai tirarsi indietro. Mai avere paura. E mai, mai dimenticare.


 

Trama: 

Destinata a distruggere imperi, Mia Corvere ha solo dieci anni quando riceve la sua prima lezione sulla morte. Sei anni dopo, la bambina cresciuta tra le ombre si avvia a mantenere la promessa che ha fatto il giorno in cui ha perso tutto. Ma le possibilità di sconfiggere nemici così potenti sono davvero esili, e Mia è costretta a trasformarsi in un’arma implacabile. Deve mettersi alla prova tra i nemici – e gli amici – più letali, e sopravvivere alla protezione di assassini, mentitori e demoni, nel cuore stesso di una setta dedita all'omicidio. La Chiesa Rossa non è una scuola come le altre, ma neanche Mia è una studentessa come le altre. Le ombre la amano. Si nutrono della sua paura.





Grazie al grupo di lettura #maidimenticaregdl organizzato dalle pagine @topidabiblioteca e @elfolibroso ho finalmente recuperato questa meravigliosa lettura. 

Appena entrerete nel tetro mondo di Mia Corvere non vorrete più staccarvene. Ammetto che la lettura inizialmente può sembrare lenta, ma semplicemente perché, a mio parere, lo scrittore vuole farci entrare pian piano dentro il mondo che ha creato. Quindi non lasciatevi bloccare da questo primo ostacolo e andate avanti, perché ne vale veramente la pena. Mi è piaciuto tantissimo il personaggio di Mia, contorto e ambiguo fino alla fine, ma una ragazza determinata, combattiva e che è pronta a tutto per ottenere quello che vuole. Ho amato i richiami ad altri libri, come Harry Potter e Il trono di spade. Mia mi ha ricordato tantissimo Aria Stark e "la scuola" di assassini mi ha ricordato a tratti il percorso di Aria all'interno del Tempio del Dio dai Mille Volti, e a tratti la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts (sicuramente più spietata e crudele, stiamo sempre parlando di una scuola di assassini). 

Mi ha conquistato quella chimica che si crea fin da subito tra Mia e Tric, altro personaggio che ho amato. Una scrittura particolare quella di Kristoff, cruda, cinica, a tratti ironica,  ma forse proprio per questo l'ho apprezzata molto. A volta si ferma a parlare con il lettore. E, a tal proposito, vogliamo parlare parliamo delle note? So che si è scatenata una diatriba tra quelli che le amano e quelli che le odiano, io mi trovo nel mezzo. A volte devo ammettere che mi sono risultate pesanti e andavano ad interrompere il filo della storia (ma sono troppo curiosa così le ho lette veramente tutte), altre volte mi hanno fatta ridere perché era veramente questo l'intento dell'autore, altre volte mi hanno fatta entrare a pieno nel mondo di Nevernight e hanno dato un tocco in più alla trama. Non faccio spoiler, ma vi posso assicurare che le ultime pagine sono un'altalena di emozioni, le ho letteralmente divorate. Ho pianto, riso, mi sono arrabbiata, ho gioito. Ho finito il libro con una strana sensazione di abbandono e malinconia ed è proprio per questo che stasera inizierò il secondo insieme al gruppo di lettura. 

Un encomio speciale alla Oscar Vault per le edizioni curatissime e meravigliose che ti fanno venir voglia di leggere questi libri solo a guardarli da lontano.

Insomma, se amate i fantasy, non potete perdervi questo libro.




Le donne dell'orchestra rossa di Jennifer Chiaverini edito HarperCollins

" ...Messaggi silenziosi per dirsi che non sono sole, che c'è sempre una speranza, che quando meno te lo aspetti un raggio di sole ...