venerdì 13 dicembre 2019

It di Stephen King.

IL terrore che sarebbe durato per ventotto anni, ma forse di più, ebbe inizio, per quel che mi è dato di sapere e narrare, con una barchetta di carta di giornale che scendeva lungo un marciapiede in un rivolo gonfio di pioggia.




 Trama:

A Derry, una piccola cittadina del Maine, l'autunno si è annunciato con una pioggia torrenziale. Per un bambino come George Denbrough, ben coperto dal suo impermeabile giallo, il più grande divertimento è seguire la barchetta di carta che gli ha costruito il fratello maggiore Bill. Ma la pioggia è fitta e George rischia di perdere il suo giocattolo, che infatti si infila in un canale di scolo lungo il marciapiede. Cercare di recuperarlo è l'ultimo gesto del bambino: una creatura spaventosa travestita da clown gli strappa un braccio, uccidendolo. A combattere It, il mostro misterioso che prende la forma delle nostre peggiori paure, rimangono Bill e il gruppo di amici con i quali ha fondato il Club dei Perdenti, sette ragazzini capaci di immaginare un modo senza mostri. Ma It è un nemico implacabile, e per sconfiggerlo i ragazzi devono affrontare prove durissime e rischiare la loro stessa vita. E se l'estate successiva, che li ritrova giovani adulti, sembra quella della sconfitta di It, i Perdenti sanno di dover fare una promessa: qualunque cosa succeda, torneranno a Derry per combattere ancora.
It, considerato una pietra miliare della letteratura americana, è un romanzo di bambini che diventano adulti e di adulti che devono tornare bambini, affrontando le loro paure nell'unico modo possibile: uniti da un'incrollabile amicizia.



Può un'intera città essere posseduta?
Posseduta come si dice che siano le abitazioni?
Non una singola casa in quella città, o l'angolo di una determinata via, o quell'unico campo di pallacanestro in un certo piccolo giardino, con il cerchio privo di rete che si staglia al tramonto come un oscuro e insanguinato strumento di tortura, non solo una zona, ma tutto. La città nella sua interezza.
È possibile?
Sentite:
Haunted: «Spesso visitato da fantasmi o spiriti».Funk e Wagnalls.
Haunting: «Ossessionante, che ricorre con insistenza alla mente, difficile da dimenticare». Suddetti Funk e Socio.
To haunt: «Frequentare, riapparire o rincorrere spesso, detto specialmente di un fantasma». Ma anche... ascoltate bene! Anche: «Un luogo frequentato spesso: covo, tana, ritrovo...» Il corsivo è mio, naturalmente.
E ancora un significato. Questo, come il precedente, è una definizione di haunt come sostantivo, ed è quello che mi spaventa: «Luogo dove si cibano gli animali».
Come gli animali che picchiarono Adrian Mellon e poi lo gettarono dal ponte?
Come l'animale che aspettava sotto quel ponte?
Luogo dove si cibano gli animali.
Che cosa si ciba a Derry? Che cosa si ciba di Derry?



Che dire cari lettori?
Dopo quasi due mesi ho ultimato questo mattoncino, E quello che posso dirvi è: capolavoro assoluto. Sarà un caso che vi lascio la recensione (o più che altro il mio commento personale, perché un libro del genere non ha bisogno di recensioni) proprio di Venerdì 13? Può darsi, ma a Derry nulla accade per caso.
King ha una scrittura che ti entra dentro e ti scuote; una scrittura che ti fa immaginare ogni minimo particolare e dettaglio, come se stessi guardando un film. E, a proposito di quest'uz ltimi, le versioni cinematografiche di questo romanzo, non gli danno proprio giustizia. Questo libro, pagina per pagina, riga per riga, parola per parola, lettera per lettera ti divora. "It è il male su misura per ciascuno, è esattamente ciò di cui tu hai paura." La Lettura. Ed è proprio così. Perché la paura riesci a sentirla mentre leggi, il battito cardiaco aumenta, gli occhi si sgranano e cominci a pensare "no, no, non è possibile!" E invece...  

Qui a Derry tutto è possibile.
Io penso che ciò che era qui prima è qui ancora, la cosa che era qui nel 1957 e 1958; la cosa che era qui nel 1929 e nel 1930 quando la Legione della Rispettabilità Bianca diede alle fiamme il Punto Nero; la cosa che era lì nel 1904 e 1905 e all'inizio del 1906, almeno fino all'esplosione delle Ferrerie Kitchener; la cosa che era lì nel 1876 e 1877, la cosa che si è manifestata ogni ventisette anni circa. Qualche volta viene un po' prima, qualche volta un po' più tardi... ma viene sempre. Più si viaggia a ritroso, più le note sbagliate diventano difficili da trovare, perché la trama s'impoverisce e i brani strappati dalle trame al tessuto narrativo sono più grandi. Ma sapere guardare - e quando guardare - avvicina di molto alla soluzione del problema.  È che torna puntualmente, vedete.
It.



Mi sento quasi in colpa per non averlo letto prima, perché, per gli appassionati di horror come me, credo sia d'obbligo leggerlo. Questo romanzo non solo riesce a incuterti un timore e un ansia come nessun altro libro  aveva mai fatto prima, ma affronta dei temi macabri, inquietanti e estremamente reali, nonostante siano travestiti da mostri. La paura dell'ignoto,  del buio; la paura di essere abbandonati, di restare soli; la paura di deludere le persone che amiamo, di non essere all'altezza; la paura di accettare e superare un trauma subito. It è tutto questo, ma anche molto di più. È amore, amicizia, unione, speranza. 


Attenzione, non è una lettura facile e leggera, tutt'altro. È una lettura molto impegnativa, forte, cruda, scandalosa, a tratti anche pesante, ma è di una bellezza e di una profondità che solo Stephen King credo che possa riuscire a dare. Sarà per questo motivo che sta ufficialmente diventando il mio autore preferito in assoluto.


Vi lascio con una frase del Re in persona e ovviamente con il consiglio spassionato di leggerlo. 

Ragazzi, il romanzesco è la verità dentro la bugia, e la verità di questo romanzo è semplice: la magia esiste.S.K.

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