sabato 2 novembre 2019

Uru di Siry edito Caosfera edizioni

Il folletto assumeva un nome diverso a seconda della zona del
Salento in cui si trovava. Così, nel sud del Salento, e precisamente nella città di Lecce assumeva il nome di Laurieddhu
o Lauru, nel medio Salento si chiamava Monacieddhru, Municieddhru o Scazzamureddhru e qui, nel Nord, prendeva il nome di Carcaluru, in abbreviato Uru





Filippo è un uomo alla costante ricerca di se stesso. Quando un amico della palestra che
frequenta gli consiglia la calma di un monastero benedettino piemontese, vi si reca con
gioia. Il luogo, contrariamente alla sacralita di facciata, nasconde più d'un segreto. A cosa serve il macchinario nascosto al suo interno?

Devo dire che questo racconto dell'orrore non mi stava convincendo molto, ma la fine mi ha stupita molto e ha cambiato un po' il mio parere. 

È una storia particolare, che, partendo da una tradizione salentina raccontata ad un bambino, arriva a diventare un incubo. Uru è un essere senza nessuno scrupolo, disposto a tutto per ottenere ciò che vuole. Che fa del male solo per il gusto di farlo. La scrittura non è delle migliori e in più di sono molti refusi. Ma nell'insieme, soprattutto grazie al finale inaspettato, è un piacevole racconto a tre stelle.

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