"[...] Iniziò così per Federico una vita nuova ed esaltante. Per settimane e mesi scompariva dalla reggia, senza che nessuno lo cercasse [...].
Trascorreva tutto il tempo nei vicoli dei quartieri poveri e popolari di Palermo, passando da una casa all'altra, da una famiglia all'altra. Una volta erano arabi, un'altra ebrei, siciliani, normanni, a volte greci.Ciascuno lo ospitava per un po' di tempo, chi una settimana, chi un mese, secondo le proprie possibilità o fino a quando a lui piaceva restare. Ogni famiglia gli parlava nella propria lingua e lo allevava secondo la propria religione e consuetudini. Imparò a pregare il Dio degli arabi, degli ebrei e dei cristiani, conformandosi senza difficoltà ai differenti riti. Si abituò alle diverse usanze e culture e anche alle diverse cucine e modi di vestire. [...]. "
Un romanzo storico tra i più belli che abbia mai letto.
La storia di una donna forte, Costanza d'Altavilla, che con ingegno e sacrificio seppe proteggere sé stessa, suo figlio e il popolo siciliano.
La storia di un piccolo re che cresce tra i vicoli della città di Palermo.
La celebrazione di una terra bellissima e ricca di cultura e di ospitalità.
Ho scelto molto accuratamente questo passo del libro, sperando di ricordare ai miei concittadini palermitani, e in più in generale a tutti i siciliani, e a tutto il meridione, quanto sono varie, belle e ricche le nostre origini.
Il libro è scritto benissimo, è scorrevole, e ti tiene attaccato alle pagine fino alla fine, proprio per questo non vedo l'ora di leggere qualche altro romanzo di questa autrice.
Concludo con una frase di Federico II, che celebra la bellezza della mia terra:
"Non invidio a Dio il paradiso perché sono ben soddisfatto di vivere in Sicilia."
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