" Questa però è anche la guerra delle donne, non solo la guerra degli uomini, e il poeta dovrà tenere conto del loro dolore - il dolore delle donne che sono sempre state relegate ai margini della storia, vittime degli uomini, scampate agli uomini, schiave degli uomini - e dovrà raccontarlo, oppure non racconterà un bel niente. Le donne hanno aspettato il loro turno anche troppo. E per quale motivo hanno aspettato? Perché troppi uomini continuano a raccontarsi tra di loro le storie di altri uomini. "
Oggi vi parlo de Il canto di Calliope di Natalie Haynes edito @sonzognoeditori che ringrazio moltissimo per questa meravigliosa collaborazione 🙏🏼❤️
Trama: Una donna sola corre nella notte, circondata dalle fiamme che avvolgono la sua città. È la fuga da Troia raccontata da Creusa, moglie di Enea. Dieci interminabili anni di guerra tra i greci e i troiani sono giunti alla tragica fine. Le conseguenze devastanti della rovina di Troia si propagano dall’Olimpo al Monte Ida, dall’Asia Minore alle lontane isole della Grecia, oltre tutti i mari e i cieli che li sovrastano. Il grande poeta Omero ha raccontato le gesta degli eroi, ma la musa che lui ha invocato, Calliope, reclama ancora di essere ascoltata, convinta che non tutto sia stato narrato. Perché mai la morte degli uomini è epica, mentre quella delle donne no? Se il bardo vuole che lei canti, allora lei canterà con tutte le donne, non essendo le loro gesta meno eroiche. Dando voce a ciascuna di loro, la musa prende in mano la storia e ce la racconta da una nuova prospettiva, se possibile ancora più sorprendente. Così conosciamo Andromaca, moglie di Ettore, in tutta la sua complessità, seguiamo Pentesilea, regina delle Amazzoni, fino al campo di battaglia dove affronterà Achille, ci appassioniamo al destino di Enone, la ninfa abbandonata da Paride col figlio ancora piccolo; al coro si uniscono anche tutte le altre, da Penelope a Briseide, da Ecuba a Clitennestra, dalle troiane che, vinte, saranno rese schiave, alle greche che attendono il rientro dei loro uomini, senza dimenticare le capricciose divinità.
Ed eccola la nostra Calliope, la musa della poesia epica.
"Cantami o musa..." chiede il poeta Omero. Questa volta però, Calliope, non sarà così accondiscendente (l'avete nonotato dall'estratto no?).
Non lo sarà perché questa volta vuole raccontare, sempre la stessa storia, la grande guerra di Troia, ma da un altro punto di vista, quello delle Donne.
Questo libro è ricco di storie che ti rapiscono, ricco di donne coraggiose, oltraggiate, arrabbiate, infelici, spaventate, che cercano una via di fuga, una strada per la salvezza, o che preferiscono morire che divenire schiave. Donne che si sono ritrovate in una guerra voluta dagli uomini.
L'autrice ha una scrittura scorrevole, a tratti incalzante (penso ai capitoli proprio di Calliope, ma anche a quelli di Penepole). È stata a mio parere brillante ad analizzare e rimescolare le storie delle donne che girano intorno alla Guerra di Troia.
Mentre leggi senti il dolore delle donne troiane che vedono la loro patria bruciata, i loro figli e mariti uccisi, costrette a diventare schiave dei loro carnefici. Percepisci pian piano la delusione e il senso di abbandono, la rabbia anche, di Penelope che, dopo dieci anni di guerra, crede che il suo Odisseo stia tornando da lei, invece al suo orecchio arrivano le storie che narrano delle avventure che ancora per altri dieci anni lo terranno lontano
L'autrice riesce a far entrare in empatia con ogni protagonista delle storie che racconta.
Vi consiglio assolutamente questa lettura 😍❤️